Due tra le voci più importanti della drammaturgia contemporanea francese
Fabrice Melquiot e Michel Azama
a cura di Elena Di Gioia
postfazione Laura Mariani
L’inatteso di Fabrice Melquiot si presenta come sinfonia per voce sola, una partitura che esala da visionari flaconi, a disegnare il tragitto di Liane. Un viaggio visionario e concreto, tra ricordi e visioni, improbabili cadute, follia, solitudine e levità.
La soglia di Michel Azama, composto dopo un laboratorio dell’autore nella sezione femminile del carcere di Rennes, si svolge “in uno strano posto, tra due mondi”, nella soglia che divide uno spazio dall’altro, il crinale dove convergono la discesa e la salita. In quel punto, in cima, a picco troviamo la ‘liberante’ in attesa dell’uscita dopo anni di detenzione.
L’inatteso e La soglia.
Scritture dove tutto è inchiodato, anche la luna. Testi intagliati, scolpiti nel linguaggio, ritagliano figurine di carta: due soffi, due ferite, due voci. Liane sembra piccolissima scrive Melquiot, la liberante è come l’angoscia rannicchiata di traverso, dipinge Azama.
Due donne, due figure riflesse da una scheggia di vetro, lente che le rimpicciolisce e le ingrandisce, lente di voci intime e personali che diventano collettive e plurali.
Autore | Fabrice Melquiot, Michel Azama |
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Formato | |
ISBN | 978-88-97276-53-1 |
Pagine | 126 |