Sto a fumà. Sennò che fai? Te metti a guardà l’artri? Che poi quelli te ponno dì: “Ma che me stai a guardà? Dì un po’: e perché nun te fai guardà un po’ tu?” Allora io m’accendo na sigaretta. Che te dà n’aria la sigaretta, che strizzi l’occhio, come se c’hai un pensiero. Che poi a quel punto te puoi pure mette a guardà l’artri. Che se quelli poi te dicono: “Ma che me stai a guardà? E perché nun te fai guardà un po’ tu?” “Ma chi te guarda, aò! Ma nun vedi che c’ho un pensiero? E se me vuoi guardà, guardame. Tanto sto parato a livello d’immaggine: sto a fumà.”
(A. Cosentino, L’asino albino)
In scena Andrea Cosentino, dinoccolato e perplesso, quasi capitato per caso su un palcoscenico trovato vuoto, crea un rapporto diretto e generoso con il pubblico, vuole spiazzarlo con sovrapposizioni di storie ed emozioni, dando vita ad un cortocircuito di alto e basso, di divertimento e dolore. Anche se l’atteggiamento può sembrare dimesso, l’obiettivo è sovversivo: utilizzare la forza destabilizzante del comico come antidoto ad ogni costituzione di potere. Il libro, a cura di Carla Romana Antolini, propone un’incursione nel laboratorio creativo di uno dei più interessanti e inclassificabili artisti della nuova scena italiana e contiene i due testi integrali del Dittico del presente (L’asino albino eAngelica), foto degli spettacoli, gli interventi critici di Simone Soriani, Nico Garrone, Attilio Scarpellini e la postfazione di Paolo Ruffini.
Autore | Carla Romana Antolini (a cura di) |
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ISBN | 978-88-89036-48-8 |
Pagine | 154 ill. |