Altrove riconosciuta come drammaturga di prima grandezza, Caryl Churchill rimane in Italia scandalosamente poco nota al grande pubblico, ma apprezzata – verrebbe da dire, appassionatamente – da chi ama, studia, pratica il teatro. La sua produzione include decine di testi per la radio, la televisione, il palcoscenico – un mutevole caleidoscopio e insieme un coerente riproporsi di temi, una straordinaria capacità di reinventarsi e reinventare il linguaggio e la scrittura del teatro, mantenendo una tensione civile e politica che illumina a volte quasi profeticamente le questioni più dure del presente. Far conoscere il suo lavoro è lo scopo di questo volume, il primo di una serie a lei dedicata: la scelta di non procedere cronologicamente, partendo invece da una selezione tra le opere degli ultimi vent’anni, ha voluto privilegiare un punto particolarmente alto della sperimentazione formale e del vigile sguardo sul mondo di Churchill, del suo mirare a un teatro che sia “non normale, non rassicurante” – come recita il titolo di un suo intervento giovanile. La sfida non facile che la scrittura drammaturgica deve affrontare secondo Churchill è pensare un teatro che attraversi i confini dati per muoversi nel territorio della trasgressione, che sia “come musica nel ripresentarsi di temi diversi, nei cambiamenti di ritmo, nei conflitti e nelle armonie” – un teatro al tempo stesso politico e poetico. È opinione diffusa che sia riuscita a vincere quella sfida, alzando costantemente e senza cautele la posta dell’immaginazione, come testimoniano le lodi quasi reverenti che le vengono dal mondo del teatro, in Gran Bretagna ma anche in Germania o negli Stati Uniti; e come confermerà la lettura dei testi proposti qui.
Autore | Caryl Churchill |
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ISBN | 978-88-97276-48-7 |
Pagine | 218 |