Il timbro “respinto” opposto sul dorso del copione.
Una lunga linea rossa su una battuta dattiloscritta di un personaggio.
Questo bastava per annullare uno spettacolo.
Decideva, fino al 1962, l’Ufficio della Censura Teatrale.
Per ciò più di 700 copioni, in un secolo di storia italiana, sono rimasti chiusi nel cassetto dei produttori e degli autori e non hanno raggiunto il pubblico in sala.
È ora che se ne parli.
Autore | Federica Festa |
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ISBN | 978-88-89036-85-3 |
Pagine | 222 ill. |