Il volto di Orfeo

In un quadro di riferimento assai distante dalla Tracia, che, seppur per ragioni metateatrali, qua e là richiama quella Provenza odorosa che ha accolto per prima la rappresentazione teatrale della pièce, il mito viene rievocato sulla base della rivisitazione di un paradigma di varianti che ne confermano la valenza archetipica. Conformemente a quanto il mito …

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Il volto di Orfeo

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In un quadro di riferimento assai distante dalla Tracia, che, seppur per ragioni metateatrali, qua e là richiama quella Provenza odorosa che ha accolto per prima la rappresentazione teatrale della pièce, il mito viene rievocato sulla base della rivisitazione di un paradigma di varianti che ne confermano la valenza archetipica. Conformemente a quanto il mito tramanda, l’Orfeo di Py, dilaniato dalle Baccanti, persevera ancora nel suo canto, richiamando l’attenzione dello scultore Museo che scolpisce nella pietra il suo volto, e di Battista, il democratico che da tempo insegue quel canto capace di ammansire le bestie più feroci, di smuovere alberi e rocce, e di unire gli uomini. Orfeo, che giace cadavere nel laboratorio di Museo, si risveglia, richiamato a sua volta dal potere della parola di chi lo cerca. Spogliatosi delle sue vesti e delle sue piaghe, intraprende un viaggio attraverso i luoghi della memoria individuale e collettiva sino a raggiungere, in compagnia di un cospicuo gruppo di adepti, una città distrutta dalla guerra, che è il regno degli inferi governato da Plutone. Tra archeologi, cercatori di cadaveri, alienati e professori, i fili della trama del mito di Orfeo si intessono, richiamati in forma allusiva o per frammenti, instaurando un dialogo critico con quelle categorie universali di cui il mito stesso è latore.

Autore

Olivier Py

Formato

ISBN

978-88-97276-06-7

Pagine

150