Registi pedagoghi e comunità teatrali nel Novecento

Un classico immancabile in qualsiasi scaffale di teatro, da tempo irreperibile sul mercato librario. Militante nella storia del teatro – così Claudio Meldolesi chiama l’autore di questo libro nella sua prefazione. Cruciani guarda alla storia del teatro nel ’900 nella sua essenza e innovazione profonda, al di là dei testi, al di là degli spettacoli, …

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Registi pedagoghi e comunità teatrali nel Novecento

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Un classico immancabile in qualsiasi scaffale di teatro, da tempo irreperibile sul mercato librario.
Militante nella storia del teatro – così Claudio Meldolesi chiama l’autore di questo libro nella sua prefazione.
Cruciani guarda alla storia del teatro nel ’900 nella sua essenza e innovazione profonda, al di là dei testi, al di là degli spettacoli, nel suo essere scuola e nodo nevralgico di rinnovamento.

Le scuole di cui parla Cruciani «sono “scuole” in cui si ricercano (si sperimentano e si usano) tecniche “teatrali” o affini, nel senso dell’imparare le possibilità del corpo e della psiche; sono “scuole” per l’uomo, per le sue possibilità espressive, non quotidiane, che si orizzontano su quel terreno da cui sembrano nascere le “leggi” del lavoro dell’attore e anche del teatro». Sono una dimensione di quel teatro more than theatre che Cruciani rintraccia e pone alla radice dei tanti “piccoli teatri” delle comunità separate, dei tanti teatri di disturbo immersi nel sociale che percorrono come un segnale di rivolta tutto il secolo passato.

Autore

Fabrizio Cruciani

Formato

ISBN

88-89036-38-9

Pagine

224