Stefan Zweig

Tersite

Prima opera teatrale del celebre autore austriaco Stefan Zweig e pubblicata a Lipsia nel 1907, la tragedia, ambientata durante la guerra di Troia, ha per protagonista un uomo ridicolo, debole, deforme, quasi mostruoso, ma tanto più umano per la sua forza interiore: Tersite.

Dopo aver visto respinta tra scherno e disprezzo la sua offerta di amicizia e lealtà ad Achille, Tersite resta inascoltato ed emarginato anche dagli altri guerrieri achei, primo fra tutti Ulisse. Ma un incontro fatale conduce “il più brutto e il più vile dei Greci” al suo destino, segnato dall’incontro con la bella Pentesilea (nel testo zweighiano “Teleia”); prigioniera di Achille, promessa come trofeo di guerra a Patroclo, la giovane Regina delle Amazzoni si rifiuta di divenire merce di scambio e, a causa di un tragico equivoco, giunge a designare proprio il fragile e claudicante Tersite come avversario di Achille nel combattimento per la sua liberazione. Sarà grazie al torbido inganno ordito dalla donna amata che il protagonista scoprirà l’unica autentica forza di cui dispone: il dolore, conquista lucida della coscienza di sé. Nel finale, il riso tragico di Tersite che rivendica la propria umanità negata e rigettata, fa del marginale personaggio post-iliadico un anti-eroe dal ruolo centrale e attuale, che supera il mito giungendo fino ai nostri giorni per interrogare il presente sulla vera natura del potere e per riflettere sul valore morale della figura del vinto.

Prima traduzione italiana del dramma in versi zweighiano, il testo è qui accompagnato da un saggio di Arturo Larcati, che introduce l’opera al pubblico italiano, e da un breve excursus di Diana Battisti sulla lunghissima storia letteraria legata al personaggio di Tersite.