Questo libro raccoglie gli esiti più recenti di una lunga e costante, ancorché discreta, devozione per la figura di Jerzy Grotowski e per la sua straordinaria avventura intellettuale e
artistica nella scena del secondo Novecento, iniziata nei primi anni Settanta.
Dopo la sua scomparsa nel 1999 ho cominciato a riconsiderare il suo lavoro in termini complessivi nel contesto del Novecento teatrale. E sempre di più, da Akropolis (1962) a Action (1994), passando per Il Principe costante (1965), Apocalypsis cum figuris (1969), il Parateatro e il Teatro delle Fonti, fino all’Arte come Veicolo, ho intravisto un’unica ricerca essenziale, all’insegna del superamento della rappresentazione, anche se condotta di volta in volta con modalità e strumenti differenti e anche con scopi almeno apparentemente diversi. Questa ricerca riguarda il teatro come esperienza personale, mezzo di conoscenza, gnosi; per chi sta in scena, innanzitutto, ma anche per lo spettatore,
o testimone.
Autore | Marco De Marinis |
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ISBN | 978-88-32068-48-1 |
Pagine | 174 |